Una questione pericolosa: la Psicoanalisi laica e la Medelogia – la testimonianza della Naturopatia
di Lucilla Sperati-22.10.2017
Naturopata con 20 anni di esperienza
Naturopata con 20 anni di esperienza
Quando Federico Divino mi ha
chiesto di leggere alcuni articoli relativi alla questione annosa della
psicoanalisi laica, ad oggi pesantemente osteggiata dalla medicina ufficiale e
dalle sue ‘intoccabili caste’, mi sono subito resa disponibile, anche perché la
mia esperienza di vita personale mi ha portata negli ultimi 20 anni a provare
come studiosa ed operatrice della medicina non convenzionale e naturale,
olistica, bio-energetica (alla quale sono approdata dopo essere stata ridotta
quasi in fin di vita da errate cure farmacologiche chimiche tossiche, riuscendo
in breve tempo a guarire completamente) cosa significhi essere ostracizzata
dalla scienza e medicina allopatica, ancora ad oggi volutamente, specie in
Italia dove il potere della mafia e delle multinazionali farmaceutiche
finanziatrici dello stesso sistema distorto materialista-capitalista che ci
schiavizza è più forte che altrove, e pertanto rispetto ad altri paesi UE e del
mondo, dove le medicine e discipline complementari sono da anni accreditate al
SSN, in Italia il riconoscimento progressivo delle discipline non convenzionali
è stato molto più lento, anche se a partire dal 2005 finalmente in alcune
regioni e province italiane sono stati istituiti albi professionali degli
operatori bio-naturali e commissioni di controllo che si occupano di valutare
la validità degli operatori professionali del settore.
Ciò avviene come sopracitato a causa del grande potere e interessi delle multinazionali farmaceutiche che dagli anni ’50 hanno creato sulla pelle della gente, con la produzione e spesso imposizione di farmaci chimici e vaccini tossici ai metalli pesanti, in grado di compromettere il buon funzionamento delle funzioni vitali, distruggere le difese immunitarie e innescare l’insorgenza di patologie, al fine di creare malati e clienti a vita, inibendo al contempo le immense potenzialità psichiche ed energetiche dell’uomo, di cui ancora ad oggi è in buona parte inconsapevole, per poterlo dominare.
Rispetto a tutti gli altri Paesi UE e molti altri nel mondo l’Italia è ancora indietro nell’ufficializzare medicine naturali, omeopatia, discipline olistiche, energetiche che in diversi Paesi da molti anni sono accreditate al SSN, mentre da noi si pagano care (rimedi omeopatici costano 3 volte tanto rispetto a Francia e Germania, eccetto qualche caso di iniziativa regionale e di ospedali privati in cui qualcuna di queste discipline viene proposta contestualmente alla medicina allopatica tradizionale – in qualche ospedale pubblico discipline quali agopuntura, fiori di Bach, Reiki, Reflessologia plantare, Shiatsu etc da qualche anno sono state introdotte)
Caso particolare a sé stante il Trentino Alto Adige, regione a statuto speciale dove da molti anni buona parte delle discipline e medicine non convenzionali e naturali sono accreditate al SSN come in Germania ed il paziente può scegliere se curarsi con la medicina tradizionale-chimica o quella naturale-non convenzionale) e presso gli ordini dei medici di alcune città da qualche anno sono stati istituiti gli albi per regolamentare ed ufficializzare alcune discipline (Agopuntura, reiki, pranoterapia, fiori di Bach, chiropratica, shiatsu etc.), cosa opportuna e necessaria per garantire la professionalità degli operatori, considerato il proliferare di centri, operatori e scuole di formazione naturopatiche, in mancanza di un organismo di controllo che ne verifichi la serietà e preparazione, autorizzandoli ad operare, per cui ad oggi l’esercitare una disciplina naturale-olistica non convenzionale è ancora un ‘mercato libero’.
Ad oggi l’ufficializzazione reale e totale delle medicine e discipline complementari, naturali, olistiche ed energetiche in Italia sta finalmente avanzando. Ad esempio la Regione Lombardia dal 2005 ha istituito un albo professionale degli operatori bio-naturali, con un comitato scientifico di valutazione, arrivando ad oggi ad ‘accreditare ben 31 discipline complementari (la lista è visibile sul sito Regione Lombardia LEGGE REGIONALE 1 febbraio 2005, N. 2 “Norme in materia di discipline bio-naturali” BURL n. 5, 1º suppl. ord. del 04 Febbraio 2005) e questo è un segno che anche in questo paese, sempre fanalino di coda, la situazione si sta sbloccando In Toscana, che fu regione pioniera già negli anni ’70 quando furono insegnate per la prima volta in Italia a livello universitario alcune discipline naturali e complementari, è stato aperto nel 2016 in provincia di Grosseto, a Pitigliano (con un finanziamento della regione che ha stanziato 100.000 euro per questo progetto pilota di ‘unione’ della medicina tradizionale a quella non convenzionale) il primo ospedale olistico in cui vengono praticate cure di medicina cinese, fitoterapia, omeopatia, agopuntura etc., mentre a Milano ad esempio in alcuni ospedali da qualche anno sono stati accreditati oltre all’agopuntura, anche il reiki, shiatsu, fiori di bach, reflessologia. Quello di un ospedale olistico era anni fa anche uno dei miei sogni, ma con maggior consapevolezza oggi auspico che man mano le persone svilupperanno sempre più il proprio potenziale di auto-analisi ed auto-guarigione, così che ospedali sia ufficiali che non convenzionali non avranno più ragione di esistere e confido che ciascuno possa divenire il miglior medico di sé stesso.
Ciò avviene come sopracitato a causa del grande potere e interessi delle multinazionali farmaceutiche che dagli anni ’50 hanno creato sulla pelle della gente, con la produzione e spesso imposizione di farmaci chimici e vaccini tossici ai metalli pesanti, in grado di compromettere il buon funzionamento delle funzioni vitali, distruggere le difese immunitarie e innescare l’insorgenza di patologie, al fine di creare malati e clienti a vita, inibendo al contempo le immense potenzialità psichiche ed energetiche dell’uomo, di cui ancora ad oggi è in buona parte inconsapevole, per poterlo dominare.
Rispetto a tutti gli altri Paesi UE e molti altri nel mondo l’Italia è ancora indietro nell’ufficializzare medicine naturali, omeopatia, discipline olistiche, energetiche che in diversi Paesi da molti anni sono accreditate al SSN, mentre da noi si pagano care (rimedi omeopatici costano 3 volte tanto rispetto a Francia e Germania, eccetto qualche caso di iniziativa regionale e di ospedali privati in cui qualcuna di queste discipline viene proposta contestualmente alla medicina allopatica tradizionale – in qualche ospedale pubblico discipline quali agopuntura, fiori di Bach, Reiki, Reflessologia plantare, Shiatsu etc da qualche anno sono state introdotte)
Caso particolare a sé stante il Trentino Alto Adige, regione a statuto speciale dove da molti anni buona parte delle discipline e medicine non convenzionali e naturali sono accreditate al SSN come in Germania ed il paziente può scegliere se curarsi con la medicina tradizionale-chimica o quella naturale-non convenzionale) e presso gli ordini dei medici di alcune città da qualche anno sono stati istituiti gli albi per regolamentare ed ufficializzare alcune discipline (Agopuntura, reiki, pranoterapia, fiori di Bach, chiropratica, shiatsu etc.), cosa opportuna e necessaria per garantire la professionalità degli operatori, considerato il proliferare di centri, operatori e scuole di formazione naturopatiche, in mancanza di un organismo di controllo che ne verifichi la serietà e preparazione, autorizzandoli ad operare, per cui ad oggi l’esercitare una disciplina naturale-olistica non convenzionale è ancora un ‘mercato libero’.
Ad oggi l’ufficializzazione reale e totale delle medicine e discipline complementari, naturali, olistiche ed energetiche in Italia sta finalmente avanzando. Ad esempio la Regione Lombardia dal 2005 ha istituito un albo professionale degli operatori bio-naturali, con un comitato scientifico di valutazione, arrivando ad oggi ad ‘accreditare ben 31 discipline complementari (la lista è visibile sul sito Regione Lombardia LEGGE REGIONALE 1 febbraio 2005, N. 2 “Norme in materia di discipline bio-naturali” BURL n. 5, 1º suppl. ord. del 04 Febbraio 2005) e questo è un segno che anche in questo paese, sempre fanalino di coda, la situazione si sta sbloccando In Toscana, che fu regione pioniera già negli anni ’70 quando furono insegnate per la prima volta in Italia a livello universitario alcune discipline naturali e complementari, è stato aperto nel 2016 in provincia di Grosseto, a Pitigliano (con un finanziamento della regione che ha stanziato 100.000 euro per questo progetto pilota di ‘unione’ della medicina tradizionale a quella non convenzionale) il primo ospedale olistico in cui vengono praticate cure di medicina cinese, fitoterapia, omeopatia, agopuntura etc., mentre a Milano ad esempio in alcuni ospedali da qualche anno sono stati accreditati oltre all’agopuntura, anche il reiki, shiatsu, fiori di bach, reflessologia. Quello di un ospedale olistico era anni fa anche uno dei miei sogni, ma con maggior consapevolezza oggi auspico che man mano le persone svilupperanno sempre più il proprio potenziale di auto-analisi ed auto-guarigione, così che ospedali sia ufficiali che non convenzionali non avranno più ragione di esistere e confido che ciascuno possa divenire il miglior medico di sé stesso.
Quando nel 1996 difatti fui ridotta quasi in fin di vita a causa di errate diagnosi e cure farmacologiche prolungate che mi intossicarono pesantemente e compromisero tutte le funzionalità vitali, distruggendo le mie difese immunitarie, innescando l’insorgenza di gravi patologie, decisi di abbandonare completamente una ‘medicina’ che non solo reputo alquanto tossica e inutile, ma anche paradossalmente ed erroneamente settoriale di un corpo umano in cui tutte le funzioni vitali ed organi sono assolutamente collegati ed interdipendenti tra loro e che pertanto, vanno analizzati globalmente e non solo come la medicina allopatica suole fare, ovvero andando a cercar di ‘curare’ il sintomo, senza andare a ricercare l’origine e la causa dell’insorgenza della disfunzione energetica e psicosomatica-organica, come invece correttamente fanno le discipline non convenzionali e naturali-olistiche (vedi Antropoiatria) andando ulteriormente a indagare le possibili cause di tali disarmonie nella Psiche (dalla quale come affermava Platone, tutto dipende e discende) e nello stile di vita della persona e sistema sociale in cui vive, in quanto facendo parte la persona (ed essendo influenzata ed influenzante) di tutto ciò che la circonda, è opportuno analizzarla nell’insieme e non a pezzi e compartimenti stagni corporei e organici come avviene per la medicina ufficiale, senza contemplare tutto il resto che va ad influenzare direttamente le funzionalità vitali ed organiche, in primo luogo la Psiche, per cui ad esempio se un paziente ha un blocco digestivo con sintomatologia infiammatoria e dolorosa allo stomaco, gli viene somministrato un farmaco chimico pseudo-coadiuvante digestivo per ‘risolvere’ il problema (senza contare gli effetti collaterali del farmaco chimico, che in generale sono sempre molteplici, basti leggere i ‘bugiardini’, e già il nome la dice tutta…), senza minimamente valutare la possibile causa che ha generato tale disfunzione e non la sintomatologia che non è altro che una reazione, e senza considerare che forse il blocco all’apparato stomaco e gastrico, è stato scatenato da una sofferenza emotiva, da un blocco e somatizzazione psichica che diviene quindi organica.
Anche io nel mio piccolo ho cercato di argomentare in proposito durante 20 anni di ricerca, studi e pratica delle discipline naturali, olistiche, psico-energetiche, soprattutto da autodidatta, in quanto personalmente al pari di Federico Divino considero i ‘pezzi di carta’ rilasciati dalle scuole ufficiali inutili, ritengo che una persona si possa formare forse meglio da autodidatta, piuttosto che seguire corsi forzosi di scuole e università ufficiali nelle quali vengono divulgate discipline settoriali approvate (con le apposite censure) dal ‘regime’, mentre ci viene ad oggi occultata dai libri scolastici, di storia, scientifici e religiosi la nostra vera natura per mantenerci nell’ignoranza e a un basso livello psichico, energetico e coscenziale, ed altrettanto non vengono diffuse, nemmeno dalle scuole cosiddette naturopatiche (anch’esse alquanto limitanti e settoriali), tutte le conoscenze, discipline ed antiche conoscenze mediche ed erbologiche detenute dalle antiche civiltà di questa terra più evolute. Soprattutto ritengo ci siano stati volutamente occultati quali siano gli immensi poteri della nostra Psiche, in grado di annullare da sé le disfunzioni energetiche, psicosomatiche ed organiche, senza far uso di farmaci, tantomeno chimici tossici, come invece fa ad oggi grande uso la medicina ufficiale, soprattutto per cercare di ‘curare’ patologie a carico del SSN e psichiche, inutilmente.
Ho potuto in questi ultimi anni, attraverso il lavoro di revisione, recensione e diffusione effettuato degli scritti ed articoli e libri di Federico Divino apprezzare i suoi contenuti di spessore, acuta e dettagliata ricerca, documentazione ed analisi, trovandomi d’accordo su molto di quanto afferma, in particolare di ciò che ho sopra illustrato e di cui anche io da anni argomento, ovvero relativamente alla non condivisione delle pratiche della medicina ufficiale e farmacologia chimica tossica, e dell’efficacia invece della medicina non convenzionale, dei rimedi naturali e tecniche di auto-cura ed auto-analisi, che possono essere praticate anche da non medici che non siano specialisti con un ‘pezzo di carta’, ma da chiunque abbia la volontà di specializzarsi nello studio che comporta il benessere della persona (anche qui, vedi Antropoiatria).
Federico Divino, laureatosi in filosofie orientali, seppur molto giovane ha effettuato approfondite ricerche e studi filosofici, antropologici-mitologici e psicologici-psicoanalitici (da Jung a Freud, Hillmann, Reich ed altri, effettuando anche attente analisi comparative delle loro teorie), ed è un grande fautore della psicoanalisi laica, oltre che ideatore della ‘medelogia’, della quale anche sono personalmente studiosa, condividendone i fondamenti, una nuova pratica di indagine e fenomenologia dell’inconscio), della quale ha ampiamente minuziosamente argomentato nei suoi libri ed in particolare nel suo ultimo libro ‘Il Buddhismo riformato’ e che vuole dimostrare, tra l’altro, che la psicoanalisi non è nata come tutti, anche i grandi studiosi, psicologi e storici sono convinti sia con Freud, ma che nacque secoli prima, con la filosofia Buddhista, in India, attraverso uno dei suoi primari discepoli e poi Maestri, Nāgārjuna (नागार्जुन), monaco buddhista vissuto tra il 150 d.C. e il 250 d.C, filosofo e fondatore della scuole Madhyamika (da cui la Medelogia discende) e Mahayana.
Con il termine psicoanalisi laica, si vuole appunto indicare la psicoanalisi praticata da non medici o non psicologi. Tale termine viene per la prima volta coniato e utilizzato da Sigmund Freud in Die Frage del Layenanalyse, del 1927, scritto in difesa di Theodor Reik, il quale venne denunciato per abuso della professione medica in quanto praticante la psicoanalisi pur essendo laureato ‘solo’ in filosofia e nonostante tra gli allievi di psicoanalisi di Freud vi fossero vari laureati in filosofia (tra i quali anche Otto Rank) alla fine il trattato di Freud per sua stessa ammissione fu un insuccesso in quanto la psicoanalisi fu assorbita dalla psicoterapia ed egli scrisse anche delle lettere di protesta accesa dichiarando che avrebbe lottato fino alla morte affinché la psicoanalisi non venisse inglobata dalla medicina. Ha fallito, ovviamente.
Ancora oggi è in atto una diatriba tra i rappresentanti della medicina ufficiale (medici, psicologi, psichiatri) e i psicoanalisti laici, per stabilire se tale disciplina debba essere considerata di appannaggio esclusivo della classe medica allopatica, o possa essere esercitata liberamente anche da non medici e specialisti con laurea o diploma specifico (quindi anche ad esempio da filosofi, antropologi, sociologi etc.), come lo stesso Freud affermava.
La psicoanalisi da Freud in poi vide varie
diramazioni (alcune costituendo anche movimenti indipendenti) come appunto la
psicologia analitica, gli studi sull’orgone di Reich, la psicologia
archetipica ed altre, ed è stata una scoperta di grande importanza in quanto
consente di fare chiarezza sui disagi e sofferenze interne della mente e
dell’anima umana e la cui rilevanza è secondo Divino (e anche per me) di gran lunga
superiore all’aspetto patologico organico, che ne è la mera conseguenza
Nel nostro paese purtroppo viene fatta inoltre ancora molta confusione in terminologia tra psicologia, psicoterapia e psicoanalisi (negli ultimi anni inoltre è emerso anche il counseling, con la moda soprattutto italiana, dell’uso di termini in lingua inglese, seppur una disciplina ancora non riconosciuta), e molti sono convinti che tali discipline possano essere esercitate solo rigidamente da esponenti della medicina ufficiale titolati. La psicoanalisi inoltre è estromessa dai corsi di laurea scientifici, mentre di contro pare più apprezzata e facilmente esercitabile da chi ha alle spalle studi non scientifici ma di antropologia, mitologia e storia delle religioni, e non a caso, in quanto gli stessi Jung e Freud affermavano che chi è spiritualmente sano, non ha bisogno di religioni e che le religioni stesse si basano su fondamenti talmente inverosimili rispetto a tutto ciò che è a noi conosciuto sull’Universo, da essere paragonate a deliri. Ed anche io concordo pienamente, avendo in questi ultimi anni di ricerca e studio documentato l’infondatezza delle religioni monoteiste patriarcali, e ancora più dettagliatamente lo ha argomentato e documentato Federico Divino nei suoi libri.
Lo studio di Divino è ispirato alla psicologia archetipica di Hillmann, definito suo grande riferimento e Maestro (così come Jung), per aver riavvicinato la psicoanalisi all’antropologia e ai miti, distaccandola dalla psicologia troppo legata alla medicina ufficiale e psichiatria, con le sue disumanizzazioni, cure farmacologiche tossiche inutili e rigidi protocolli, ed io in questo concordo pienamente, essendomi a mia volta, come sopra illustrato, distaccata dalla medicina ufficiale totalmente 20 anni fa, dopo essere stata mandata quasi all’altro mondo con errate cure farmacologiche tossiche ed essermi avvicinata e curata e guarita con successo nell’arco di 2 anni con la medicina naturale, omeopatica, olistica, energetica, studiando a mia volta le varie discipline sperimentandole su me stessa, per annullare le disfunzioni psicosomatiche, evitando di assumere qualsiasi tipo di farmaco chimico e psicofarmaco che ritengo oltre che tossici per l’organismo, estremamente dannosi anche per il SNC, e l’equilibrio e sviluppo della nostra Psiche ed inibitori delle nostre naturali facoltà psichiche-percettive sensoriali.
Seppur quindi la mia esperienza di auto-analisi ed auto-cura e metodologia applicata sia diversa da quella di Federico Divino, alla fine mi ritrovo ad abbracciare pienamente le sue teorie e metodologie di auto-ascolto ed auto-cura dell’anima senza far alcun ricorso alla medicina ufficiale asservita alle multinazionali farmaceutiche produttrici di farmaci chimici tossici e che ritengo estremamente nocivi per la salute ed equilibrio psicofisico ed equilibrio energetico della persona.
Nel nostro paese purtroppo viene fatta inoltre ancora molta confusione in terminologia tra psicologia, psicoterapia e psicoanalisi (negli ultimi anni inoltre è emerso anche il counseling, con la moda soprattutto italiana, dell’uso di termini in lingua inglese, seppur una disciplina ancora non riconosciuta), e molti sono convinti che tali discipline possano essere esercitate solo rigidamente da esponenti della medicina ufficiale titolati. La psicoanalisi inoltre è estromessa dai corsi di laurea scientifici, mentre di contro pare più apprezzata e facilmente esercitabile da chi ha alle spalle studi non scientifici ma di antropologia, mitologia e storia delle religioni, e non a caso, in quanto gli stessi Jung e Freud affermavano che chi è spiritualmente sano, non ha bisogno di religioni e che le religioni stesse si basano su fondamenti talmente inverosimili rispetto a tutto ciò che è a noi conosciuto sull’Universo, da essere paragonate a deliri. Ed anche io concordo pienamente, avendo in questi ultimi anni di ricerca e studio documentato l’infondatezza delle religioni monoteiste patriarcali, e ancora più dettagliatamente lo ha argomentato e documentato Federico Divino nei suoi libri.
Lo studio di Divino è ispirato alla psicologia archetipica di Hillmann, definito suo grande riferimento e Maestro (così come Jung), per aver riavvicinato la psicoanalisi all’antropologia e ai miti, distaccandola dalla psicologia troppo legata alla medicina ufficiale e psichiatria, con le sue disumanizzazioni, cure farmacologiche tossiche inutili e rigidi protocolli, ed io in questo concordo pienamente, essendomi a mia volta, come sopra illustrato, distaccata dalla medicina ufficiale totalmente 20 anni fa, dopo essere stata mandata quasi all’altro mondo con errate cure farmacologiche tossiche ed essermi avvicinata e curata e guarita con successo nell’arco di 2 anni con la medicina naturale, omeopatica, olistica, energetica, studiando a mia volta le varie discipline sperimentandole su me stessa, per annullare le disfunzioni psicosomatiche, evitando di assumere qualsiasi tipo di farmaco chimico e psicofarmaco che ritengo oltre che tossici per l’organismo, estremamente dannosi anche per il SNC, e l’equilibrio e sviluppo della nostra Psiche ed inibitori delle nostre naturali facoltà psichiche-percettive sensoriali.
Seppur quindi la mia esperienza di auto-analisi ed auto-cura e metodologia applicata sia diversa da quella di Federico Divino, alla fine mi ritrovo ad abbracciare pienamente le sue teorie e metodologie di auto-ascolto ed auto-cura dell’anima senza far alcun ricorso alla medicina ufficiale asservita alle multinazionali farmaceutiche produttrici di farmaci chimici tossici e che ritengo estremamente nocivi per la salute ed equilibrio psicofisico ed equilibrio energetico della persona.
Anche mio padre, seppur fosse uno stimato medico che a cavallo della seconda guerra conseguì a pieni voti e lode laurea in medicina e successive specializzazioni in medicina interna e cardiologia, operante oltre che privatamente (con studio personale e medico del consolato Uruguay) anche in strutture sanitarie pubbliche (asl e ospedale di Niguarda a Milano) ricordo prescriveva di rado farmaci e che i pazienti spesso venivano da lui e lo apprezzavano più come medico ‘spirituale’ dei conflitti della Psiche ed Anima, che della cura del corpo; egli fu anche ricercatore e studioso di filosofia, psicologia e psicoanalisi (conobbe anche Jung e Mircea Eliade), antropologia, e fu precursore negli anni ’50 in Italia dell'omeopatia, naturopatia e medicine degli antichi popoli (in particolare orientali), realizzando alcune pubblicazioni che però non vennero diffuse in quanto all’epoca l’omeopatia e la medicina non convenzionali erano ancora del tutto ostracizzate.
Anche Jung dopo Freud dichiarava la necessità di
separare la psicoanalisi dalla psicologia e il suo allievo James Hillmann fu
fondatore della psicologia archetipica allo scopo di unire la filosofia alla
psicoanalisi, facendo numerose pubblicazioni sia di psicologia archetipica che
di storia della psicoanalisi, psicologia analitica e tradizionale, focalizzando
la necessità di fare chiarezza e una revisione di tali discipline. Federico
Divino è attualmente uno dei maggiori fautori della psicoanalisi laica in
Italia; applicando le teorie di Hillmann alle filosofie orientali. La psicologia
archetipica di Hillmann focalizzava l’analisi dei miti e tradizioni classiche,
in particolare greco-romane, mentre Divino analizza le filosofie orientali, in
particolare il Buddhismo, in chiave psicoanalitica, affermando al pari di Freud
che la psicoanalisi è stata uccisa dalla medicina ufficiale e che deve
restare indipendente dalla psicoterapia. Effettuando un’analisi approfondita
egli ne ritrova le radici non in Freud, ma molto tempo prima nel Buddhismo,
arrivando a scoprire che in realtà nel Buddhismo originale possiamo trovare la
prima forma di psicoanalisi mai divulgata e anche la più dettagliata ed
efficace, ad opera di Nagarjuna e riconosce come psicoanalisti laici anche
Kukai, Saicho e Milarepa.
In Italia, secondo le leggi in vigore, la psicoanalisi è considerata una branca della psicologia e pertanto non può essere esercitata se non si è iscritti all’albo degli psicologi, la cui professione è regolata dalla legge Ossicini (art. 3 legge 56 del 18.2.89) e occorre essere laureati in psicologia o medicina e aver effettuato un corso di specializzazione in psicoterapia.
Secondo il Parere pro veritate sull’applicazione della legge 56 del 1989 sull’ordinamento della professione di psicologo, redatto dal professor Galgano, non è tanto la conclusione che lo psicoanalista “non incorre in esercizio abusivo della professione di psicoterapeuta, in quanto la psicoanalisi è una professione diversa dalla psicoterapia disciplinata dalla legge n.56/1989.”
Il problema principale è che la legge Ossicini de facto riconosce la psicoanalisi come una disciplina che implica una formazione personale inerente un’analisi/auto-analisi individuale, mentre allo stesso tempo limita pesantemente l’esercizio della professione stessa ai soli laureati in medicina o psicologia, mentre per gli analisti laici la psicoanalisi è una disciplina di cura della psiche e percorso di crescita connessa alla filosofia che può essere esercitata anche da non medici con la dovuta preparazione nello studio della materia analitica e la psicoanalisi dovrebbe essere riconosciuta come una scuola e disciplina di cura del disagio psichico e interiore slegata dalla cura del corpo e medicina come invece fa la psichiatria che mette in relazione la mente con il cervello e ritiene di curare le sue disfunzioni con uso di psicofarmaci tossici e inutili (nel termine psichiatria, iatria deriva dal greco e significa ‘cura’, quindi cura dell’anima-psyche). Ma pretendere di ‘curare’ le afflizioni dell’animo umano con farmaci chimici e trattamenti barbari violenti forzosi come fino a non molto tempo fa venivano praticati nei manicomi, e ospedali psichiatrici, appare inverosimile, soprattutto perché la psichiatria non studia affatto l’anima e le sue forze interne e quindi molti operatori si dissociano e abbracciano piuttosto la psicologia anche se sempre più sono i delusi che conseguono tale ‘pezzo di carta’ per poi rendersi successivamente conto che la psicologia di fatto non studia i disagi dell’animo, che vengono decisamente meglio focalizzati dallo studio della filosofia, antropologia, storia delle religioni e sociologia.
Un’altra anomalia è evidenziata dall’invenzione della psicoterapia, che secondo le normative attualmente in vigore può essere esercitata sia dai laureati in psicologia che dai medici laureati in psichiatria, con la differenza che questi ultimi possono prescrivere farmaci tossici. Il paradosso è che lo psicoterapeuta diviene tale dopo aver effettuato un training con un rigido protocollo di pratiche psicoterapeutiche per la maggior parte di ispirazione psicoanalitica e quindi alla fine non si capisce quale sia la differenza con la psicoanalisi, e non venendo effettuato il training in atenei ma bensì presso scuole e associazioni di specializzazione in psicoanalisi, sottoponendosi a 4-5 anni di torture, il limite è che queste non consentono l’accesso ai corsi se non a psicologi e medici.
Né Freud né Jung né Lacan avevano mai dichiarato che la psicoanalisi dovesse avere una base accademica e un titolo specifico e molti pionieri della psicoanalisi tra cui Otto Rank e Anna Freud non avevano difatti una laurea in medicina.
In Italia, secondo le leggi in vigore, la psicoanalisi è considerata una branca della psicologia e pertanto non può essere esercitata se non si è iscritti all’albo degli psicologi, la cui professione è regolata dalla legge Ossicini (art. 3 legge 56 del 18.2.89) e occorre essere laureati in psicologia o medicina e aver effettuato un corso di specializzazione in psicoterapia.
Secondo il Parere pro veritate sull’applicazione della legge 56 del 1989 sull’ordinamento della professione di psicologo, redatto dal professor Galgano, non è tanto la conclusione che lo psicoanalista “non incorre in esercizio abusivo della professione di psicoterapeuta, in quanto la psicoanalisi è una professione diversa dalla psicoterapia disciplinata dalla legge n.56/1989.”
Il problema principale è che la legge Ossicini de facto riconosce la psicoanalisi come una disciplina che implica una formazione personale inerente un’analisi/auto-analisi individuale, mentre allo stesso tempo limita pesantemente l’esercizio della professione stessa ai soli laureati in medicina o psicologia, mentre per gli analisti laici la psicoanalisi è una disciplina di cura della psiche e percorso di crescita connessa alla filosofia che può essere esercitata anche da non medici con la dovuta preparazione nello studio della materia analitica e la psicoanalisi dovrebbe essere riconosciuta come una scuola e disciplina di cura del disagio psichico e interiore slegata dalla cura del corpo e medicina come invece fa la psichiatria che mette in relazione la mente con il cervello e ritiene di curare le sue disfunzioni con uso di psicofarmaci tossici e inutili (nel termine psichiatria, iatria deriva dal greco e significa ‘cura’, quindi cura dell’anima-psyche). Ma pretendere di ‘curare’ le afflizioni dell’animo umano con farmaci chimici e trattamenti barbari violenti forzosi come fino a non molto tempo fa venivano praticati nei manicomi, e ospedali psichiatrici, appare inverosimile, soprattutto perché la psichiatria non studia affatto l’anima e le sue forze interne e quindi molti operatori si dissociano e abbracciano piuttosto la psicologia anche se sempre più sono i delusi che conseguono tale ‘pezzo di carta’ per poi rendersi successivamente conto che la psicologia di fatto non studia i disagi dell’animo, che vengono decisamente meglio focalizzati dallo studio della filosofia, antropologia, storia delle religioni e sociologia.
Un’altra anomalia è evidenziata dall’invenzione della psicoterapia, che secondo le normative attualmente in vigore può essere esercitata sia dai laureati in psicologia che dai medici laureati in psichiatria, con la differenza che questi ultimi possono prescrivere farmaci tossici. Il paradosso è che lo psicoterapeuta diviene tale dopo aver effettuato un training con un rigido protocollo di pratiche psicoterapeutiche per la maggior parte di ispirazione psicoanalitica e quindi alla fine non si capisce quale sia la differenza con la psicoanalisi, e non venendo effettuato il training in atenei ma bensì presso scuole e associazioni di specializzazione in psicoanalisi, sottoponendosi a 4-5 anni di torture, il limite è che queste non consentono l’accesso ai corsi se non a psicologi e medici.
Né Freud né Jung né Lacan avevano mai dichiarato che la psicoanalisi dovesse avere una base accademica e un titolo specifico e molti pionieri della psicoanalisi tra cui Otto Rank e Anna Freud non avevano difatti una laurea in medicina.
Freud riteneva la psicoanalisi dovesse essere una disciplina indipendente dalla medicina in quanto applicazione pratica dello studio della natura umana, che si potesse ritenere sufficiente un training personale laddove lo studente per un certo periodo di tempo prova come paziente sottoposto ad analisi sulla propria pelle il confronto con la propria psiche, imparandone quindi i processi della psicoanalisi per poi utilizzarli successivamente su propri analizzandi una volta divenuto analista e quindi tale disciplina si avvicinerebbe semmai ben più all’antropologia e sociologia che alla medicina (e semmai la medicina dovrebbe integrarsi con la psicoanalisi e non confonderla né appropriarsene in via esclusiva come una sua branca), ma la sua stessa società psicoanalitica gli si rivoltò contro e la psicoanalisi venne quindi assorbita dalla psicologia e dalla medicina.
Secondo Santacatterina, il quale condivide nel suo trattato di psicoanalisi quanto sopra illustrato, la psicoanalisi purtroppo ha ereditato il suo ‘vocabolario’ dalla psichiatria ottocentesca e pertanto anche da questo pare nascere confusione, in quanto sembra occuparsi dei medesimi quadri clinici della psicologia e psichiatria, ma la differenza è che la psicoanalisi se ne occupa in modo ben differente e la grande differenza sta nel fatto che la psicoanalisi è una disciplina essenzialmente sperimentale e pratica diretta individuale, seppur certamente debba essere esercitata con una conoscenza della materia, ciò non implica uno studio di testi universitari e l’apprendimento di lezioni generali che sarebbero inutili in quanto, come anche io ritengo, la psicoanalisi di fatto è una pratica diretta individuale tra analista e paziente ed ogni paziente è diverso da un altro e pertanto non è possibile generalizzare una terapia.
Anche Lacan affermava che lo psicoanalista non
necessita di alcuna autorizzazione e nulla osta superiore o accademico, e che
egli sia libero di esercitare la disciplina. Pertanto, non essendo lo
psicoanalista formatosi in seguito a studi accademici ma diretti personali, non
si capisce per quale motivo egli possa esercitare la disciplina solo se
iscritto ad esempio all’Ordine degli psicologi, tanto più che la legge Ossicini
non regola affatto la figura dello psicoanalista anzi, non lo nomina affatto.
Una delle tante incoerenze italiane, eppure se uno psicoanalista desidera
esercitare liberamente la disciplina senza titoli accademici non può farlo,
altrimenti può incorrere in sanzioni e procedimenti penali, (seppur la
psicoanalisi non implichi ad esempio prescrizioni di farmaci ma una mera
conversazione tra analista e paziente), per cui deve necessariamente aver
conseguito una laurea e aver frequentato un corso quadriennale in psicoterapia
che ben poco ha a che fare con lo studio dell’Anima, a differenza di materie
quali filosofia, antropologia, sociologia, per cui semmai laureati in tali
discipline sarebbero ben più adatti ad esercitare come psicoanalisti.
Un commento al lavoro di Federico Divino
Secondo Federico Divino l’essere umano ha una sua natura che possiamo definire Psiche, rappresentante tendenze inconsce che formano una complessa struttura metafisica dove hanno origine emozioni ed azioni. La Coscienza possiede un’etica empatica e reputa ad esempio ingiuste le ‘leggi della natura’ di sopravvivenza, dove vince il più forte e gli animali si mangiano l’uno con l’altro e dove morte e sofferenza sussistono quotidianamente. L’uomo si è estraniato dalla natura quindi e come analizza Divino non è più integrabile con essa, e può solo trovare un modo per conviverci in armonia.
D’altra parte l’uomo non riesce più a vivere in armonia nemmeno nella società che si è costruito, che è divenuta alienante e totalmente disarmonizzata e l’uomo si sente quindi in grande disagio fisico, psichico e interiore arrivando nel tempo a sviluppare sempre più gravi nevrosi e disfunzioni psichiche-patologiche, soprattutto dall’avvento delle tecnologie con le quali si è creata una sempre maggiore dipendenza spesso schizofrenica (vds. uso spasmodico di tv, pc, cellulari, i-pad etc. con i relativi effetti nocivi di assorbimento prolungato di onde elettromagnetiche che, secondo i miei studi ventennali, ho cercato di dimostrare quanto siano cancerogene e nocive per il SNC, metabolismo, sistema immunitario, oltre che squilibrare l’energia della persona), che hanno reso l’uomo stesso una sorta di robot e macchina senza ‘anima e psiche’ (che in tal caso subisce manipolazione subliminale e condizionamento) e hanno disabituato l’uomo ad utilizzare le sue immense facoltà psichiche (ad oggi vengono difatti utilizzate solo in minima percentuale proprio a causa della dipendenza da tecnologie; quante persone per fare semplici calcoli usano la calcolatrice e non più la mente!) e della sua permanenza in ambienti chiusi, dove la natura non ‘entra’. Si fa notare come già popolazioni antiche greche e giapponesi avevano intuito il danno derivante dall’uso di tecnologie I Greci avevano compreso il conflitto tra uomo e natura tra natura e ‘techne’.
Il confronto dell’uomo con l’esterno è per lui fonte di angoscia ed egli quando si mette di fronte a uno specchio e ‘acquisisce coscienza di sé’, in cui il sé non è altro che un insieme per Divino di vari fattori fisiologici e psicologici. L’uomo si confronta con la sua ‘non eternità’ e deterioramento fisico e ciò che lo angoscia di più è la paura della morte fisica, non conoscendo ciò che avviene dopo che lo spirito lascia l’involucro (corpo) ed è messo di fronte quindi anche all’impermanenza e continua trasformazione delle cose. Così il Sé non permane dopo la morte fisica, essendo un semplice costrutto ed è quindi impermanente, così tutti i fenomeni che ci circondano e sono interdipendenti tra loro, trasmutano.
Il fiore esiste perché così è concepito nella nostra mente come concetto linguistico, ed associando al fiore una serie di fenomeni interdipendenti, come il petalo, il gambo. Il profumo e così via, convinti che tale concetto sia uguale per tutti mentre non è così poiché la percezione e definizione ed attribuzione cambia a seconda delle culture e accezioni linguistiche e se consideriamo poi che un fiore è anche fatto di cellule e a sua volta di nucleo, mitocondri, dna, atomi, particelle subatomiche fino a giungere ad un’unica matrice luminoso vibratoria che compone tutte le particelle e quindi ciò che vediamo e ci circonda infine, ovvero la realtà ‘materiale’ non è altro che un aggregato di luci e suoni che creano differenti categorie che sono arbitrarie e individuali e non universali, e alla fine tutto ha in comune una medesima matrice. Il fiore pertanto da dove inizia? Dal petalo, o dal gambo o radice?
Così la Natura stessa non è altro che un costrutto della nostra mente esattamente come il singolo fiore e qualsiasi altra cosa per noi visibile e che ci circonda non è altro quindi che una costruzione e realizzazione della nostra Psiche e l’uomo infine è succube dei suoi stessi limiti
Secondo Federico Divino l’essere umano ha una sua natura che possiamo definire Psiche, rappresentante tendenze inconsce che formano una complessa struttura metafisica dove hanno origine emozioni ed azioni. La Coscienza possiede un’etica empatica e reputa ad esempio ingiuste le ‘leggi della natura’ di sopravvivenza, dove vince il più forte e gli animali si mangiano l’uno con l’altro e dove morte e sofferenza sussistono quotidianamente. L’uomo si è estraniato dalla natura quindi e come analizza Divino non è più integrabile con essa, e può solo trovare un modo per conviverci in armonia.
D’altra parte l’uomo non riesce più a vivere in armonia nemmeno nella società che si è costruito, che è divenuta alienante e totalmente disarmonizzata e l’uomo si sente quindi in grande disagio fisico, psichico e interiore arrivando nel tempo a sviluppare sempre più gravi nevrosi e disfunzioni psichiche-patologiche, soprattutto dall’avvento delle tecnologie con le quali si è creata una sempre maggiore dipendenza spesso schizofrenica (vds. uso spasmodico di tv, pc, cellulari, i-pad etc. con i relativi effetti nocivi di assorbimento prolungato di onde elettromagnetiche che, secondo i miei studi ventennali, ho cercato di dimostrare quanto siano cancerogene e nocive per il SNC, metabolismo, sistema immunitario, oltre che squilibrare l’energia della persona), che hanno reso l’uomo stesso una sorta di robot e macchina senza ‘anima e psiche’ (che in tal caso subisce manipolazione subliminale e condizionamento) e hanno disabituato l’uomo ad utilizzare le sue immense facoltà psichiche (ad oggi vengono difatti utilizzate solo in minima percentuale proprio a causa della dipendenza da tecnologie; quante persone per fare semplici calcoli usano la calcolatrice e non più la mente!) e della sua permanenza in ambienti chiusi, dove la natura non ‘entra’. Si fa notare come già popolazioni antiche greche e giapponesi avevano intuito il danno derivante dall’uso di tecnologie I Greci avevano compreso il conflitto tra uomo e natura tra natura e ‘techne’.
Il confronto dell’uomo con l’esterno è per lui fonte di angoscia ed egli quando si mette di fronte a uno specchio e ‘acquisisce coscienza di sé’, in cui il sé non è altro che un insieme per Divino di vari fattori fisiologici e psicologici. L’uomo si confronta con la sua ‘non eternità’ e deterioramento fisico e ciò che lo angoscia di più è la paura della morte fisica, non conoscendo ciò che avviene dopo che lo spirito lascia l’involucro (corpo) ed è messo di fronte quindi anche all’impermanenza e continua trasformazione delle cose. Così il Sé non permane dopo la morte fisica, essendo un semplice costrutto ed è quindi impermanente, così tutti i fenomeni che ci circondano e sono interdipendenti tra loro, trasmutano.
Il fiore esiste perché così è concepito nella nostra mente come concetto linguistico, ed associando al fiore una serie di fenomeni interdipendenti, come il petalo, il gambo. Il profumo e così via, convinti che tale concetto sia uguale per tutti mentre non è così poiché la percezione e definizione ed attribuzione cambia a seconda delle culture e accezioni linguistiche e se consideriamo poi che un fiore è anche fatto di cellule e a sua volta di nucleo, mitocondri, dna, atomi, particelle subatomiche fino a giungere ad un’unica matrice luminoso vibratoria che compone tutte le particelle e quindi ciò che vediamo e ci circonda infine, ovvero la realtà ‘materiale’ non è altro che un aggregato di luci e suoni che creano differenti categorie che sono arbitrarie e individuali e non universali, e alla fine tutto ha in comune una medesima matrice. Il fiore pertanto da dove inizia? Dal petalo, o dal gambo o radice?
Così la Natura stessa non è altro che un costrutto della nostra mente esattamente come il singolo fiore e qualsiasi altra cosa per noi visibile e che ci circonda non è altro quindi che una costruzione e realizzazione della nostra Psiche e l’uomo infine è succube dei suoi stessi limiti

Lucilla Sperati - ASSOCIAZIONE NATURALIA MILANO
PSYCJE INSTITUTE (LIEERA UNIVERSITA' DI COSCIENZA ED ENERGIE)
EDIZIONI ETICHE NUOVA COSCIENZA
Medicina e Prodotti Naturali - Aloe Naturelle
Tutela Salute e Ambiente - Prevenzione ed Autocura Naturale
Tecniche Energetiche-Vibrazionali, Radiestesia, Test Chakra,
Fiori di Bach, Intolleranze Alimentari, Nutrizione energetica
Seminari prevenzione-autocura naturale, sviluppo energie-psiche
Viaggi Benessere & Spirito Yoga-Ayurveda India
Consulenze al Pubblico e Operatori Benessere
Servizi Promozione, Marketing, Pubblicità, Uff. Stampa, Prod. Video/TV
Commerciali-Vendita, Fiere, Org. Corsi/Convegni, Soggiorni Olistici
Via Savona 41 - 20144 Milano MI tel.: 02-4222857 cell.: 328-4616945
naturaliamilano@libero.it www.naturaliamilano.it
Sito Associazione Naturalia-Psyche Institute: www.associazionenaturalia.org
Pagina facebook Anima & Coscienza Libri https://www.facebook.com/ANIMA-Coscienza-Percorso-ed-Esse…/…
Pagina facebook Naturalia Milano - Aloe vera Naturelle https://www.facebook.com/Naturalia-Milano-Aloe-vera-Nature…/
Pagina Facebook Animeunite-Nuovacoscienza https://www.facebook.com/animeunitelucillasperati/
Pagina Facebook Psyche Institute - Lucilla Sperati https://www.facebook.com/Psyche-Institute-Libera-Universit%C3%A0-Coscienza-Energie-Lucilla-Sperati-393588604348534/
Pagina Facebook Universo olografico - Lucilla Sperati https://www.facebook.com/Universo-olografico-I-Creatori-siamo-noi-Lucilla-Sperati-409098079454181/
Pagina Facebook Bio-energia, radioestesia, radionica, psicoenergia - Lucilla Sperati https://www.facebook.com/Bio-energia-radiestesia-radionica-psicoenergia-Naturalia-Lucilla-Sperati-341024942960103/
Blog Naturalia Milano-Aloe Vera Naturelle: http://naturaliamilano-aloeveranaturelle.over-blog.com/ e http://naturaliamilano-aloeveranaturelle.over-blog.com/
Blog Aloeveranaturelle: https://aloeveranaturalia.wordpress.com
Skype: lucilla.sperati
.
Nessun commento:
Posta un commento